Come è nata la paura del venerdì 13?

In Italia in realtà la tradizione ci fa temere venerdì 17, mentre nei paesi di lingua spagnola e di cultura greca è il giorno è martedì 13, ma la globalizzazione ha fatto sì che tutto il mondo conosca la cattiva fama di questa giornata. Il 13 settembre è venerdì 13, la seconda e ultima volta in cui la malefica combinazione si presenta per il 2017. Lo storico del folklore Donald E Dossey ha coniato il termine parascevedecatriafobia per descrivere la paura di questo giorno, che si presenta ogni anno due, o al massimo tre volte.  Chi ne soffre ora potrà rilassarsi fino ad aprile 2018.

Solo una superstizione, certo, ma il fatto che sia ancora in circolazione non è certo merito della fama riflessa dalla saga slasher (il secondo reboot di Venerdì 13 sarebbe dovuto uscire oggi, ma è stato soppresso). L’influenza del venerdì 13 sulle nostre vite è stata presa molto seriamente. Basta guardare gli di studi scientifici (non tutti satirici) che sono stati dedicati a studiare i suoi presunti effetti sui mercati azionari, sul traffico (sic) e addirittura sulla salute. Secondo una stima spesso citata (ma ora abbastanza datata) la paura del venerdì 13 potrebbe mangiarsi fino a 900 milioni di dollari. Le persone superstiziose tenderebbero infatti a non viaggiare o acquistare prodotti in queste giornate.

C’è però una certa confusione riguardo alle origini di questa superstizione, e spesso le spiegazioni più popolari non sono le stesse degli studiosi di folklore. In particolare si tende a far risalire la origini della fama funesta di venerdì 13 a un preciso episodio storico accaduto secoli fa: l’arresto dei cavalieri templari del 13 ottobre 1307. Neanche a dirlo, la teoria è diventata mainstream grazie al puntuale intervento del troll  dello scrittore Dan Brown, che la racconta ne Il Codice da Vinci (2003).

Come stanno le cose? Per rispondere bisogna scomporre il fenomeno nelle sue componenti.

Venerdì sciagurato
La Crocifissione avvenne di venerdì e al sesto giorno della settimana sarebbero collegati altri eventi infausti della mitologia cristiana, dalla cacciata dall’Eden al Diluvio universale. Forse è questo che consideriamo il venerdì un giorno sfortunato, ma è difficile da stabilire. Quello che è certo è che nella letteratura occidentale il venerdì sfortunato compare dal XVII secolo, anche se Snopes segnala una citazione nei Racconti di Canterbury che risale al XIV secolo. Da allora il venerdì è stato considerato un giorno nel quale certe attività devono essere evitate, dal varo di una nave al raccolto, dall’inizio di un viaggio al parto. L’eccezione è naturalmente offerta da un particolare ricorrenza: il Venerdì Santo, che in quanto tale non può essere che di buon auspicio.

Il numero maledetto
Il numero 13 in italia è fortunato (con l’eccezione dei posti a tavola) ma siamo un’anomalia rispetto a gran parte del mondo. Anche in questo caso si tratta di una superstizione che ha effetti tangibili intorno a noi. Molti edifici non hanno il 13esimo piano, o meglio il piano c’è, ma non è segnalato sull’ascensore e viene promosso a 14esimo. Lo stesso stratagemma vale per le stanze, e anche per le file dei posti a bordo di alcuni aerei.

Le teorie sulla nascita di questa superstizione si sprecano. Secondo una delle più divertenti gli uomini primitivi contavano solo fino a 12, cioè con le dieci dita delle mani più i due piedi. Dal 13 in poi quindi per i nostri antenati ci sarebbero state le colonne d’Ercole. Più seriamente, in diversi testi sacri il 13 sembra non essere particolarmente fortunato, per esempio l’ultima cena di Gesù Cristo contava 13 a tavola, e non è finita benissimo. Quale che sia l’origine la paura del numero 13 (triscaidecafobia) comincia a lasciare tracce a partire dal XVIII secolo. Inizialmente sono in particolare i gruppi di 13 persone a essere di cattivo auspicio, poi la maledizione diventa più astratta e tocca ogni contesto.

La coppia da evitare
Che un giorno della settimana e un numero da tempo associati alla sfortuna abbiano allora fatto coppia, creando così nel folklore un giorno del mese in cui è meglio starsene a casa? Sembra ragionevole, ma se è andata così si tratta comunque di un matrimonio molto più recente di quanto comunemente si pensi.

Il mito del venerdì 13 compare infatti non prima del XX secolo, forse addirittura grazie all’aiuto di un best-seller intitolato appunto Friday the Thirteenth (1907). Scritto dallo speculatore Thomas Lawson, il romanzo parla del tentativo di un affarista senza scrupoli di far crollare la borsa nella fatidica data. Un’altra teoria interessante, ma al pari delle altre piuttosto speculativa, è che la responsabilità di aver sposato le due superstizioni sia di un gruppo di debunker dell’epoca. Nel 1881 era infatti era nato a New York il primo Club 13, un gruppo di signori che volevano cancellare le superstizioni dalla faccia della Terra ridicolizzandole. Per questo si riunivano in 13 a tavola e si intrattenevano rompendo specchi, rovesciando sale ecc… Gli incontri si tenevano il 13 del mese, e quando questo cadeva di venerdì la festa dei debunker sarebbe stata ancor più movimentata e pubblicizzata. Dal 1882 infatti anche il venerdì sfortunato era entrato nel mirino dell’ormai famosa associazione, facendo sospettare di un loro ruolo nella successiva nascita del mito del venerdì 13.

Niente da fare, invece, per i Templari. È vero che venerdì 13 ottobre 1307 furono arrestati diversi membri dell’ordine più amato dai complottisti e dagli sceneggiatori, ma il legame tra questo episodio e la fama del venerdì 13 non ha nessuno riscontro storico. Se infatti fosse questo l’episodio che ha cristallizzato la superstizione, non si spiegherebbe come mai fino al secolo scorso la parascevedecatriafobia fosse del tutto sconosciuta…

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Credits: WIRED


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